Hari-Om: scuola contro lo stato di catalessi e psicosi dilagante!

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Ogni giorno abbiamo nuove regole, restrizioni e proibizioni in nome della quiete e della sicurezza. Locali dove si faceva musica ed arte chiudono schiacciati dalla burocrazia, dai costi e dalle regole. In nome della sicurezza non si possono quasi più vendere prodotti locali perché tutto deve essere impacchettato in mono dose plasticosa. Ogni ristorante deve avere tabelle e tabulati su intolleranze, contenuti, procedure di anticontaminazione.

Politicamente vince non chi ha proposte e idee (premetto che almeno per chi scrive non esiste partito italiano che ne abbia), ma chi punta sulla paura/promessa di sicurezza. Vivendo a stretto contatto con i praticanti di Yoga, ma con un piede fuori da questo mondo, vi posso assicurare che la percentuale di malati di non vita è, tra i praticanti yoga, più alta e non più bassa. Perché mi chiedo? Ciò che noto è che certamente la tensione sta raggiungendo livelli altissimi e lo Yoga, come tante altre medicine/tecniche/pratiche/filosofie ma forse più di altre, riesce a far diminuire questa tensione e quindi, in modo che personalmente reputo del tutto ignorante, vi è questa idea che più si utilizzano dosi massicce di medicina più mi avvicino a risolvere il problema. Il problema non cesserà invece: semplicemente come agisce qualsiasi psicofarmaco, vengono tagliate le frequenze più alte e più basse rendendo la vita più vivibile ma meno “vita”.

Un essere umano che dorme non è più equilibrato, sta semplicemente dormendo. Io spero che tanti di voi che leggete sappiate dire di no, che decidiate di non adeguarvi all’appiattimento, che decidiate di rischiare con la consapevolezza che in realtà non rischiate molto perché qualunque cosa facciate in ogni caso prima o poi morirete, ma ciò che rimane da vedere è se abbiate mai iniziato a vivere.

alessandra quattordio