La refurtiva

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Va beh. È così. L'effetto benefico del Capodanno speso a Cascina Bellaria è rimasto nel mio cuore, oltre che nel telepass di qualche sperduto e nebbioso casello piemontese, manco ci fosse Tiziano Sclavi nelle vicinanze.

C'è sempre qualcuno che ruba la Gioconda dalla tua borsa, lasciandoti senza parole e stordito come un luccio all’amo di un Big Mac. Uno di plastica. 
Tempi Moderni.
Ci sono però cose che niente e nessuno potrà mai rubare. L’alba rosata, dolce, a volte inquieta, a volte placida, che ci ha accompagnato nelle nostre pratiche yogiche, faticose e fatate al tempo stesso, gli occhi ancora pieni di sonno eppure disposti ad accogliere la meraviglia del sole che flirta con le colline piemontesi; il tramonto birichino e beffardo che ci ha sostenuto allegro, insinuandosi con garbo e grazia nelle nostre asana e nelle nostre meditazioni. Lo spirito di gruppo, lo stare insieme e il bere insieme, sennò, che spirito è?
I luoghi magici sono difficili da trovare perché non sono né sulle carte né sui navigatori: sono nelle persone che incontri e che modificano la tua mappa al punto che, al ritorno, non ti ritrovi più. Capodanno in Cascina Bellaria, Hari Om.

alessandra quattordio