Building a retreat

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Preparare un ritiro per far sì che le persone stiano bene, prendersi cura di loro una volta avviato e contemporaneamente essere presente a se stessi e svolgere al meglio un ruolo annunciato pubblicamente sono tante cose insieme.

Lo faccio da una serie di anni. Ogni volta terminato il percorso mi sorprende constatare quante cose insieme si sono fatte prima e durante. Mi sorprende riscoprire quanto ogni volta occorra rimettersi in gioco al 100% avendo la capacità di adeguare il materiale che si maneggia da tempo sugli inevitabili cambiamenti che sono avvenuti e avvengono al proprio interno. La legge del Tao che nelle parole di Lao-Tzu indica la potenza di adeguamento dell’acqua (“in un recipiente quadrato, è quadrata: in uno tondo, è rotonda”) è capace di contenere anche il suo opposto e di rinviare alla necessità di essere onesti e potenti: “niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei”.
Anodea Judith, in uno dei suoi testi sui Chakra, sollecita una riflessione interessante sul tema del potere, distinguendo tra power on e power with, laddove il primo diventa abuso, il secondo favorisce lo sviluppo nel senso di una cooperazione: “[quest’ultimo] potere deriva dalla combinazione e dall’integrazione, e non dalla lotta e dal predominio”. È una forza che si sviluppa per risonanza, per ampiezza di toni e di punti di vista e non per sottrazione di possibilità.

Tuttavia non c’è apertura a nuovi orizzonti che non implichi la capacità di limitare. Judith ricorda che “per manifestare occorre limitare”, ciò che in altre parole rinvia alla responsabilità della scelta individuale. Non c’è “potere con” senza consapevolezza della propria forma, delle proprie forze, piaceri, attitudini istintive.
Durante i ritiri, mentre enuncio ad alta voce questi pensieri a chi mi ascolta, mi accorgo che sono anch’io in ascolto e che è necessario sia io la prima a renderli manifesti, a viverli. È così che si trasformano in boe, punti di appoggio in un mare del tutto cangiante, isole di riposo tra l’infinità varietà di scogli, onde, flutti e correnti che si potrebbero seguire o creare.

alessandra quattordio