Petali di rose e spine

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Devi sopportare le spine che si infilano sotto i piedi per poter assaporare davvero cosa voglia dire camminare scalza, nuda, senza protezione, a tu per tu con la terra. Perché non volevi più percorrere strade asfaltate con scarpe “griffate” che non lasciavano il tuo piede libero di muoversi ma che lo modellavano per sopportare la durezza dell’asfalto o l’ultima moda del momento, ma nessuno ti ha obbligato a lasciarle andare.

Avevi bisogno di ricominciare a sentire di che pasta è fatta la terra che si trova sotto di te; di come le dita e la pianta del piede si appoggiano su una superficie diversa, quasi sconosciuta ai giorni nostri; di quale sensazione possa darti sentire la terra umida e fresca alla mattina presto o al calar del sole; del calore rovente e asciutto delle ore di mezzo; di come il passare dalla terra, all’erba e alla sabbia possa provocare sensazioni di stupore alla pelle... e per far questo devi essere disposta a prendere tutto il pacchetto: petali di rosa e spine. Questo è il prezzo della verità. Ma quanto può essere pungente la verità? Quanto può essere dolorosa? Che alla prima spina ricominci a prendere le ciabatte quasi spaventata della scelta fatta, allora ti fai altri due giorni camminando con le ciabatte, ciabatte di gomma che se hai il piede bagnato ti fanno slittare dentro la ciabatta stessa provocando una sensazione di disagio, che ti sfregano sull’arco plantare lasciando un leggero bruciore, che non sono altro che un palliativo della verità perché quelle spine rimarranno lì sotto in attesa che un’altra anima nuda le calpesti per farle capire che devi camminare scalza per creare il callo che un giorno ti proteggerà.

Scappare dalla verità non farà che rallentare l’indurimento della tua pelle... allora sopportale le spine, inspira coraggio, espira paura, in fondo è solo una piccola spina. Il più delle volte sembra grande quanto un ago, appuntita e dolorosa fino a che è dentro, ma appena riesci a toglierla non è altro che una minuscola puntina di un’ erba un po’ più secca che ha trovato la fessura giusta in mezzo alla carne tenera in cui infilarsi nel momento opportuno. Perciò riprenditi il tuo diritto a camminare scalza ma senza paura; riprenditi il tuo diritto di sentire la materia per ciò che è veramente nel bene o nel male; lascia che la tua pelle si indurisca e forse ad un certo punto riuscirai a ballare sulle spine senza farle entrare.

alessandra quattordio