Di quella barbaria chiamata turismo

Comprendo che il turismo sia una grande fonte di benessere economico. Comprendo che il mio è un discorso elitario ma anche essere giudicato tale non mi infastidisce per nulla.

Fatte le premesse di cui sopra e ricollegandomi al post della settimana scorsa (link qui), il turismo distrugge l’arte. Aprire una cattedrale, un bosco, un sito archeologico, un sentiero montano al turismo significa fare entrare i barbari che lo depredano di ogni bellezza, distruggendo energeticamente il luogo. Se proprio “tutto” dovesse essere aperto a tutti, vieterei a chi entra di poter parlare, di poter scattare fotografie, di poter mangiare o bere o fare qualsiasi altra cosa che non sia il semplice contemplare ed essere partecipe del sacro. Tutti gli altri fuori!

m.m.

alessandra quattordio