Elena Gherardi
Insegnante Hari-Om


Appassionata di natura e movimento fin da piccola, comincio praticando danza all’età di 4 anni e, passando per la ginnastica artistica, raggiungo gli sport da combattimento. In particolare, a 12 anni, mi lego al mondo agonistico della Kick Boing, quest’esperienza mi ha permesso di crescere e sviluppare un’auto-coscienza vista la giovane età. Il percorso viene interrotto a “causa” di un intervento chirurgico e, da quel momento, non potendo più tornare sul Tatami, sento crescere dentro di me un interesse potente ed inconscio verso l’Oriente e lo Yoga. Comincio a praticare sul tappetino in concomitanza con le lezioni universitarie, le quali mi permettono di approfondire le componenti storiche, filosofiche e spirituali dell’Oriente. Le esplorazioni culmineranno con una tesi dedicata all’india.

A seguito della laurea, procedo seguendo il percorso predefinito per i neolaureati, lavorando per varie aziende internazionali. In questo periodo, prima universitario e in seguito lavorativo, l’unica costante della mia vita è la pratica dello Yoga; con il passare del tempo (e dei giorni seduta ad una scrivania di fronte a uno schermo) inizio ad interrogarmi a proposito di ciò che sto facendo, se questo mi dà reali soddisfazioni, o se per caso non fossi limitata a seguire un percorso predefinito da qualcuno.

Scelgo quindi di licenziarmi e saltare nel vuoto seguendo la passione e dedizione che provo verso la disciplina, intraprendendo il corso di formazione insegnanti nel 2021 presso la scuola internazionale Hari-Om Yoga School. Lo stesso anno accolgo con entusiasmo il progetto di Hari-Om Lab66 e ad Ottobre do vita alla sede di Bergamo.
Proseguo con i master di formazione "Yoga per Bambini", "Yoga del Suono" e "Yin Yoga". Cerco, attraverso la pratica, di trasmettere ai miei allievi tutto ciò che mi affascina di questo mondo, al di là degli Asana; mi dedico in particolare al Pranayama, alla filosofia orientale e al suono.

Per me lo Yoga è inclusione, e come insegnanti dobbiamo essere mezzo per questo suo potere di adattamento a qualsiasi essere umano, a prescindere da età, condizione fisica e mentale, provenienza sociale, orientamento politico e/o religioso che sia.
In Shala, nella pratica sul tappetino, è uno dei pochi luoghi al mondo dove percepisco ugualglianza: emerge la voglia di crescere, conoscersi meglio, capire chi/che cosa siamo, cosa ci piace davvero nella vita, come spendere il nostro tempo, con chi, facendo cosa.
E, per quanto difficile, nella pratica proviamo a dissociarci da quell’atteggiamento inconscio, ereditato dalla nostra educazione, che ci spinge a giudicare costantemente noi stessi e gli altri.