“Considerazioni sul mito della libertà.” di Marco M.

Considerazioni sul mito della libertà

Il mito contemporaneo della libertà vorrebbe che noi fossimo liberi di scegliere su tutto, travalicando la natura stessa. Avere figli quando non si possono avere naturalmente, non avere briglie e confini culturali, essere in grado di amare tutti universalmente, scegliere di quale genere essere, rimanere giovane, vivere per sempre.

Tutti questi desideri innaturali hanno come risultato la disperazione e la perdita, e se ciò non è chiaro intellettualmente basta camminare per le vie di una delle nostre città e guardare i visi delle persone. Cosa vi trasmettono?

I figli dovrebbero rappresentare un insieme di doveri e non un diritto. Amare tutti significa intellettualizzare l’Amore, renderlo un concetto, con l’unico risultato di non Amare in modo autentico nessuno.

Ogni cultura pone dei limiti che non dovrebbero essere giudicati da chi appartiene ad altre culture. Lo sradicamento culturale, ovvero la globalizzazione ed il mito del “cittadino del mondo”, ha come conseguenza la perdita totale di identità e della possibilità di avere una connessione autentica con le persone che la condividono.

Il genere a cui apparteniamo non ha nulla a che vedere con i gusti sessuali. Per quanto mi riguarda fino a quando si è consenzienti uno della propria sessualità può fare ciò che desidera. Neppure mi interessa, anche se confesso di essere disturbato dalla necessità di spettacolarizzare il sesso.

Il tentativo di apparire sempre giovani crea macchiette ridicole e, soprattutto, elimina la possibilità di godere della bellezza della maturità e della vecchiaia.

Se potessimo vivere per sempre, e non è detto che presto si arrivi a rendere le persone quasi immortali, toglierebbe lo spazio al godimento stesso della vita, la quale sarebbe svuotata di ogni significato.

Ciò che sto cercando di affermare che il limite non è un problema, ma è parte fondamentale della bellezza e della possibilità di Amare. Forse lo spazio che si può definire come “libertà” non è da ricercare in senso orizzontale ma in senso verticale, percependo l’eterno nel momento presente e nella bellezza di cui è sempre portatore.
In altre parole, essere nella qualità invece che nella quantità.

m.m.