“Morte e rinascita davanti ad un fuoco sotto le stelle” di Marco M.

Morte e rinascita davanti ad un fuoco sotto le stelle

Qualche giorno fa con Emanuela abbiamo fatto il nostro personale ritiro “laterale”. Da soli abbiamo aspettato il tramonto, acceso un fuoco, assunto sostanza psicotrope all’interno di un nostro rituale fatto di suoni e comunione con gli elementi.
Siamo scomparsi da una dimensione per ritrovarci insieme in una bolla fuori dallo spazio-tempo.

Dopo un po', con il calare della notte, tutto è diventato silenzio. Il mio corpo vibrava, ogni mia cellula percepita come un mondo a sé ed entità unica ma contestualmente parte della galassia che definisco me stesso. Ciò che è dentro percepito esattamente come ciò che è fuori, un’unica entità ma anche come un qualcosa che trascende la mia “persona”. Seduto dritto in posizione da meditazione, probabilmente tremante e percorso da mille fiumi come se fossero le anime dei miei antenati, ogni tanto tornavo nella dimensione corporea, lasciando lo sguardo vagare tra le stelle luccicanti, perso nella meravigliosamente intensa sensazione di freddo esterno e fuoco interno. La Manu coricata vicino a me, compagna di viaggio nel mondo di sopra ed in quello di sotto, angelo e demone, musa meravigliosa che mi permette incredibilmente di essere parte del suo spirito.

Poi il satori, la comprensione esperienziale: la morte non è altro che un passaggio dalla singolarità all’universalità del quale non ha alcun senso avere paura. Parafrasando Cavallo Pazzo, ogni giorno percepito come “buono per morire” è contestualmente un inno alla vita. Io quel giorno sono morto e poi rinato, identico a me stesso eppure profondamente cambiato.    

m.m.